mercoledì 6 marzo 2013

MOSTRA di LODOVICO MORANDO



Lodovico Morando, pittore
di Fernando Morando
Tenero il ricordo, forte la presenza, perenni gli insegnamenti. Semplicemente, mio padre Lodovico ci ha insegnato a vivere, apprezzando innanzitutto quello che ci circonda: persone, paesaggi, attività, sentimenti, bellezza, arte, musica. I soggetti ritratti nei quadri sono il suo e il nostro mondo, dall’infanzia alla maturità.
La sua, è stata una carriera d’artista fatta di piccoli passi spediti e continui più che da grandi balzi, nutrita d’amore delle persone care e del fascino dei personaggi del Monte Baldo e del Lago di Garda, con digressioni su altri luoghi (tra cui Alberobello, Traviso e la Spagna) là dove lo accendeva l’ispirazione.
Le donne della nostra famiglia sono state le modelle di tanti quadri. A cominciare da un ritratto a carboncino che dodicenne, dedica alla nonna nel 1929, alle numerose pose di nostra madre Luigina (che gli è sopravissuta appena quattro anni), alle figlie e ai numerosi nipoti che lo adoravano.
Un nonno speciale, con in mano carboncini, matite, pennelli, tavolozze, fogli, alternati al mandolino. Perché pittura e musica sono i risvolti poetici della sua arte. Colore e Mandolino, è la canzone composta per lui, la canto in ogni evento dedicato a mio padre, in particolare durante le serate del premio Arte e cultura del Garda, instituito in omaggio a Lodovico.
Se penso alla sua vita come ad un film, lo immagino bambino a Castion e poi a Caprino, a intingere lo sguardo nei colori azzurri e verdi del Baldo e del Garda. O nei rosati e violetti dell’alba e i rossi aranciati del tramonto, così nitidi e intensi che si godono da qui.


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